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DAL PASSO GIAU AL LAGO FEDERA

DAL PASSO GIAU AL LAGO FEDERA

Testi e fotografie di Lorenza Faccioli

Escursione tra le Dolomiti Bellunesi partendo dal Passo Giau, attraverso il pianoro del Mondeval, arrivando al Lago Federa e tornando dai sentieri dell'andata

Le Dolomiti Bellunesi sono meravigliose, in ogni stagione. Ci sono stata ad inizio ottobre. Di notte sotto zero, di giorno vento teso e freddo ma un cielo così limpido da vedere tutte le montagne attorno. 

Siamo arrivati al Passo Giau (2236 metri) che mette in comunicazione Colle Santa Lucia e Selva di Cadore con Cortina d’Ampezzo, comuni in provincia di Belluno.

Dopo esserci gustati il tramonto e l’enrosadira, ci siamo sistemati con il van qualche tornante sotto il passo ed abbiamo dormito ad un passo dal cielo!

L’alba, fredda, silenziosa e limpida, ci ha annunciato una splendida giornata.

Dal passo Giau, sul lato della chiesetta, quindi di fronte Ra Gusela, Nuvolau e Averau, parte il sentiero 236 che porta verso il pianoro di Mondeval. I saliscendi sono numerosi quindi la camminata, se allenati, risulta piacevole. Si superano due forcelle arrivando a Forcella Giau che ci apre la vista sul Mondeval e il Monte Pelmo.

Mondeval è conosciuto per i ritrovamenti di epoca mesolitica, come i resti di Valmo, l’uomo di Mondeval.

Durante una campagna di scavo archeologico,  promossa da una segnalazione di Vittorino Cazzetta, a Mondeval de Sora a 2.150 metri di quota, nel Comune di San Vito di Cadore,  venne alla luce nel 1987 una sepoltura mesolitica. Sotto un riparo formato da un masso erratico, un cacciatore tra gli ultimi rappresentanti del tipo Cro-Magnon, vissuto circa 7.500 anni fa, venne sepolto con tutto il suo ricco corredo, praticamente sotto il pavimento di una capanna allestita da cacciatori mesolitici, che hanno frequentato il sito a partire da quasi 10.000 anni fa.

La perfetta conservazione dello stesso scheletro e di altri reperti organici è già un fatto eccezionale, unico per la quota, quando normalmente si conserva solo la selce. Il ricco corredo ed i resti di pasto hanno dato risposte a molti interrogativi sui cacciatori mesolitici, dei quali fino a una quarantina di anni fa, la frequentazione dell’alta montagna era ancora sconosciuta. Lo scheletro è ancora oggetto di studi scientifici volti a una maggior conoscenza del modo di vita di questi cacciatori-raccoglitori. Le successive scoperte casuali della sepoltura di Val Rosna e della mummia del Similaun, hanno confermato la presenza e frequentazione tutt’altro che sporadica nell’arco alpino da parte degli uomini preistorici (fonte Museo Selva di Cadore sezione archeologia).

Proseguendo lungo il sentiero segnato si raggiunge la forcella Ambrizzola a 2277 metri d’altitudine. Da qui si ha una visuale su Cortina, la Croda Rossa, il Monte Cristallo, le Tre Cime, il Sorapiss, l’Antelao… magia! A questo punto noi abbiamo deciso di proseguire scendendo verso il Lago Federa ed il rifugio Croda da Lago/Palmieri con vista sul Becco di Mezzodì.

Dopo il pranzo al sacco ci siamo rimessi in cammino, ripercorrendo il sentiero dell’andata. 

Nel complesso è un’escursione senza particolari difficoltà, certo bisogna essere abituati a camminare su sentieri di montagna ad alte quote (sempre sopra i 2000 m). Se si vuole accorciare l’escursione si può evitare di scendere al lago Federa ma fermarsi prima, magari al piccolo lago delle Baste, nel pianoro di Mondeval.

Racconto Natura ® di Lorenza Faccioli

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